di Carlo Prati
ore 19
monitor P
ingresso libero
L’architettura svizzera costituisce un campo d’indagine preferenziale per la ricerca scientifica sulle discipline del progetto. Basta fare cenno ai temi che più ricorrono nel lavoro degli architetti elvetici contemporanei: regionalismo e internazionalismo, dialogo ininterrotto con il Movimento Moderno, rapporto con la natura, equilibrio tra misura e proporzione, relazione tra creazione artistica e manufatto, ma anche e soprattutto la sacralità del costruire. Il libro è diviso in due parti, la prima è uno studio del rapporto tra natura e architettura che si struttura idealmente intorno al concetto di analogia tra edificio e persona; la seconda, costituisce un avanzamento di questa ricerca e propone l’introduzione di nuove categorie di analisi a partire da quattro termini di Figurazione, Intersezione, instabilità e Relazione che segnano l’architettura elvetica al tempo dell’Antropocene.
dialogano con l’autore
Alberto Bologna
Mario Pisani

Carlo Prati, architetto e Dottore di ricerca all’Università “La Sapienza” di Roma, è professore associato in Composizione architettonica presso il Dipartimento di Architettura dell’Università degli studi “G. d’Annunzio” di Chieti/Pescara. La sua ricerca si concentra sul progetto di architettura interpretato al contempo come pratica operativa, artistica e teorica. È membro del comitato scientifico della collana editoriale «Opera Metrica» per Sagep Editori, redattore di «Abitare la Terra» e socio onorario dell’Associazione culturale «Renato Nicolini – Meraviglioso Urbano». Tra i libri di cui è autore: “Architettura oltre la fine del mondo” (LetteraVentidue 2022), “Iperoggetto periferia” (Bordeaux 2021), “Lo spazio del vuoto” (LetteraVentidue 2020), “Il disegno dell’Autonomia” (Libria 2018).